Nato a Ponte a Ema il 18 Luglio 1941, morto a Firenze il 5 Maggio del 2000 a pochi giorni dall’inizio del Giro d’Italia del Giubileo.
Segno del destino forse, per Gino il Pio, come lo appellarono i francesi. straordinariamente amato da tutti, Bartali si distinse nella propria storia non soltanto per le propri imprese ciclistiche ma anche per gli atti eroici extrasportivi che, nel corso della seconda Guerra Mondiale, lo avrebbero portato a salvare molti ebrei grazie alla collaborazione con la Santa Sede. Le proprie amicizie e la propria religiosità, i contatti frequenti con l’Azione Cattolica della quale faceva parte, spinsero Bartali a compiere numerosi viaggi con la propria bici tra Roma, Assisi e Firenze, portando all’interno del canotto reggisella documenti falsi utili a consentire a quegli stessi ebrei di scappare dai rastrellamenti tedeschi. Amato dai Papi, da Pio IX a Paolo VI, fino a Giovanni XIII ed allo stesso Giovanni Paolo II, innumerevoli furono le sue visite in Vaticano ed a Castelgandolfo.
Dopo la carriera dilettantistica con la storica società Toscana S.S.Aquila (per la quale avrebbe corso anche il fratello Giulio, morto come il fratello di Coppi durante una corsa) Bartali approda al professionismo nel 1935 con la Frejus passando poi l’anno successivo alla corte di Eberardo Pavesi alla Legnano. Vince quell’anno il Giro dei Paesi Baschi ed il Campionato Italiano, disputato in quegli anni a punteggio, su più prove.
Coi ramarri della Legnano conquista nel 1936 il suo primo Giro e, a fine stagione anche il primo Giro di Lombardia.
Il 1937 potrebbe essere l’anno della doppietta Giro – Tour. Gino vince il Giro e si presenta al Tour con tutti i favori del pronostico. Una caduta sulle Alpi, nel torrente Colau, ne pregiudica la corsa e le possibilità di vittoria.
Nel 1938 si ripresenta al Tour senza le fatiche del Giro nelle gambe e lo domina. A Parigi è primo. In una foto emblematica Bartali è restio ad eseguire il saluto fascista, tipico per l’epoca, segno della propria avversione al totalitarismo del regime.
Nel 1939 conquista Milano – Sanremo e Giro di Lombardia. Non bastano invece le quattro tappe al Giro per fiaccare la resistenza al comando di Giovanni Valetti. La battaglia sul Tonale rimarrà per sempre negli annali, in un clima da tregenda.
Arriva il 1940 e, dopo la vittoria a Sanremo, il 9 Giugno, all’Arena di Milano, Gino è costretto a festeggiare la vittoria del giovane compagno Fausto Coppi. E’ Gino il grande fautore della rosa del futuro “Campionissimo”, aiutandolo sulla Mauria ad uscire da una crisi mostruosa. Il giorno dopo l’Italia entra in Guerra e a Gino vengono tolti gli anni migliori della carriera. Fa in tempo a conquistare il Giro di Lombardia e a rivincere il Campionato Italiano (ancora assegnato a punteggio).
Dopo l’attività a sprazzi nel 1941 e nel 1942 e le grandi imprese extraciclistiche, durante le quali rischia anche la vita, interrogato dalla famigerata Camicia Nera toscana Carità, Gino ritorna alla vittoria nel Giro d’Italia 1946 e, successivamente, del Giro della Svizzera dello stesso anno, aggiudicandosi ben quattro tappe. In Svizzera corre con la maglia Tebag, come spesso accade per l’epoca quando le corse si svolgono in Francia o in Svizzera.
Nel 1947, oltre al bis nello “Svizzera” rivince ancora la Milano – Sanremo ed è secondo al Giro alle spalle di Coppi.
Arriva il 1948, anno in cui Gino, già dato per morto da gran parte dell’opinione pubblica al Tour de France dopo la tappa di Sanremo, fra Briancon ed Aix les Bains ribalta una situazione che alla vigilia pareva disperata. Bobet e Robic sono annichiliti in salita, prima sull’Izoard e poi sul Galibier e sul massiccio della Chartreuse. Giornate di freddo e gelo esaltano le qualità da scalatore di Bartali portandolo ad un trionfo inatteso, dieci anni dopo il primo datato 1938. In Italia intanto sono i giorni bui dell’attentato a Togliatti ad opera dell’estremista di destra Antonio Pallante. Bartali racconta di una telefonata fra De Gasperi e lo stesso toscano per implorarlo di contribuire con le sue imprese al mantenimento della calma nel paese. L’Italia rischia la guerra civile e per alcuni è Bartali il salvatore. Sicuramente ci sono molte cose vere nelle varie spiegazioni dell’accaduto, come è certo l’intervento della politica per mano dell’amico di Azione Cattolica Bartolo Paschetta, elemento di congiunzione in quegli anni fra politica (Democrazia Cristiana) e Vaticano.
Nel 1949 Bartali conquista il Giro di Romandia ed è spettatore privilegiato della doppietta Giro – Tour di Coppi. Gino si piazza al secondo posto in entrambe le corse. Al Tour culla il sogno della vittoria, che va però ad infrangersi con la caduta nella discesa del Piccolo San Bernardo nella tappa di Aosta. Gino è in giallo e, al termine della tappa, è costretto a cederla a Coppi, che comunque avrebbe avuto dalla sua anche una lunghissima cronometro qualche giorno dopo.
Nel 1950, dopo la vittoria a Sanremo sul re dei velocisti Rik Van Steenbergen, Bartali parte con grandi prospettive per il Tour. Dopo la vittoria di Saint Gaudens fa pressioni per ritirare la squadra tricolore dalla corsa francese. Gino ha paura degli spettatori, che sulle pendici dell’Aspin lo hanno insultato pesantemente. Tra i mugugni dei giornalisti e la delusione di Fiorenzo Magni, in maglia gialla, il Tour continua senza gli italiani.
Nel 1952 Gino vince ancora l’Italiano. L’anno dopo si ritira, dopo aver conquistato il Giro di Toscana.
Negli anni successivi sarà direttore sportivo della San Pellegrino, e poi della Vittadello, della Pepsi e della Cosatto prestando il proprio volto per numerose altre squadre in quel periodo.
Squadre professionistiche:
1935 Frejus
1936 – 1946
1946 – 1948 Legnano, Tebag
1949 – 51 Bartali
1952 Bartali, Tebag
1953 – 54 Bartali
Principali vittorie:
1935: Giro dei Paesi Baschi, Campionato Italiano
1936: Giro d’Italia, Giro di Lombardia
1937: Giro d’Italia
1938: Tour de France
1939: Milano – Sanremo, Giro di Lombardia
1940: Milano – Sanremo, Giro di Lombardia, Campionato Italiano
1946: Giro della Svizzera, G.P. di Zurigo
1947: Milano – Sanremo, Giro della Svizzera
1948: G.P. di Zurigo, Tour de France
1949: Giro di Romandia
1950: Milano – Sanremo
1952: Campionato Italiano
Bartali vanta un primato incredibile nelle classifiche degli scalatori al Giro ed al Tour. La vinse al Giro per ben sette volte e per due volte anche al Tour. A lui andò anche il Giro d’Italia di Guerra, corso in varie prove nel 1942. Fu quattro volte secondo nella classifica generale del Giro d’Italia (1939 – 1947 – 1949 – 1950) e una volta secondo al Tour (1949). Ai Mondiali ottenne invece come migliore piazzamento un sesto posto a Berna, nel 1936, nel Mondiale vinto dal francese Antonin Magne.
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