Fausto Coppi
Fausto Coppi

Fausto Coppi, nato a Castellania il 15 Settembre 1919 e morto a Tortona il 2 Gennaio 1960.

Con Gino Bartali divise l’Italia sportiva.
Secondo “Campionissimo” della storia dopo il compaesano Costante Girardengo, scoperto dal massaggiatore cieco di Novi Ligure Biagio Cavanna, Coppi si impose agli onori delle cronache nel Giro 1940, corso tra le file della Legnano di patron Eberardo Pavesi e del capitano Gino Bartali, conquistato grazie ad una grandissima prestazione sull’Abetone nella tappa di Modena.

Forte sul passo ed in salita, Coppi fu un campione al quale mancò solo la volata per essere perfetto.

Re del cronometro e delle lunghe fughe solitarie, autori di imprese eccezionali come la Cuneo – Pinerolo del 1949 con quasi 190 km di fuga solitaria. Coppi, tranne la Vuelta di Spagna, allora corsa ancora bistrattata dai grandi campioni, vinse tutto, Campionato del Mondo dell’inseguimento compreso.
Fece scalpore la sua storia con Giulia Occhini, per tutti la “Dama Bianca” del ciclismo, con la quale ebbe un figlio, Faustino, che si aggiunse a Marina, frutto del matrimonio precedente con la moglie Bruna.

Fu il primo corridore a centrare la doppietta Giro d’Italia – Tour de France, per ben due volte, nel 1949 e nel 1952, cancellando di colpo tutte le credenze dei tempi che la credevano impossibile. Nel 1949 conquistò un Tour de France che, dopo la frazione di Saint Malo, pareva per lui definitivamente compromesso. Nel 1952 costrinse invece gli organizzatori, in uno strapotere fisico e mentale già dimostrato al Giro d’Italia, a raddoppiare il premio per il secondo classificato (il belga Stan Ockers).

La carriera di Coppi visse anche momenti drammatici, come nel 1951, quando il fratello Serse morì in seguito ad una caduta al Giro del Piemonte.

Accanto alle vittorie nelle corse a tappe, fra le quali anche quella splendida del 1953 sullo Stelvio, ai danni del rossocrociato Hugo Koblet, per Coppi molte furono anche le soddisfazioni nelle corse di un giorno. Dalla Milano – Sanremo, da lui conquistata per tre volte, alla Roubaix o alla cinquina nel Giro di Lombardia.

Stelvio, Ghisallo, Galibier, Ventoux, Pordoi, Vigorelli, Izoard, Bocchetta … ognuno di questi nomi porta in dote un ricordo di Fausto, una pennellata degna di un campione utile a renderlo leggendario.

Il nome di Fausto Coppi oggi, a livello monumentale e simbolico, è certamente ed a ragione uno dei più inflazionati tra quelli dei grandi atleti della storia. Vie, targhe, monumenti … tantissimi in giro per l’Italia e non solo sono a lui dedicati. Un grande omaggio collettivo ad uomo precursore dei tempi ed indiscutibilmente fuori dalla norma. In tutto.

Squadre professionistiche
1939 Indipendente e Dopolavoro Tortona
1940 – 42 Legnano
1945 S.S. Lazio
1946 – 55 Bianchi
1956 – 57 Carpano Coppi
1958 Bianchi
1959 Tricofilina Coppi

A fine 1959, prima di una battuta in Africa nel mese di dicembre durante la quale contrarrà la malaria, Coppi si accorda per l’anno 1960 con la San Pellegrino di Gino Bartali, che già aveva abbandonato le corse diventando direttore sportivo. La sua morte improvvisa non avrebbe mai consentito il connubio fra i due.

Principali vittorie
1940 Giro d’Italia, Campionato Italiano inseguimento su pista
1941 Campionato Italiano inseguimento su pista
1942 Campionato Italiano, Record dell’Ora al Vigorelli, Campionato Italiano inseguimento su pista
1946 Milano – Sanremo, Giro di Lombardia, G.P. delle Nazioni a cronometro
1947 Giro d’Italia, Campionato Italiano, Giro di Lombardia, G.P. delle Nazioni, Campionato del Mondo dell’inseguimento su pista, Campionato Italiano inseguimento su pista
1948 Giro di Lombardia
1949 Milano – Sanremo, Giro d’Italia, Tour de France, Campionato Italiano, Campionato del Mondo dell’inseguimento su pista, Campionato Italiano inseguimento su pista, Giro di Lombardia
1950 Parigi – Roubaix, Freccia Vallone
1952 Giro d’Italia, Tour de France
1953 Giro d’Italia, Campionato del Mondo
1954 Giro di Lombardia
1955 Campionato Italiano

Una curiosità furono le tre vittorie del Trofeo Baracchi, classicissima cronocoppie dell’epoca fortemente voluta da Mino Baracchi, insieme al compagno Riccardo Filippi.

Fu terzo nel Mondiale del 1949 vinto da Rik Van Steenbergen (a Copenaghen), non centrando a causa di un percorso piatto ed inadatto, un incredibile record di vittorie. Fu Gianni Brera in quell’occasione a commentare così la corsa di Coppi: “le aquile non volano sulle aie”.

Fu secondo nel Giro d’Italia 1946 (dietro a Gino Bartali) e 1955 (a soli 12” da Fiorenzo Magni).

Fu secondo anche nelle Parigi – Roubaix del 1952 e del 1955. Nel 1956 un arrivo drammatico in volata, dopo una corsa vissuta all’attacco fino alle porte di Milano, gli impedì la conquista del sesto Giro di Lombardia (vinto da Andrè Darrigade in maglia Bianchi, casa delle più grandi imprese di Fausto e da lui lasciata per la Carpano di Torino proprio in quell’anno).

1948_ Giro Lombardia_Madonna del Ghisallo
Il Giro di Lombardia 1948, quarantaduesima edizione della corsa, fu vinta per la terza volta consecutiva dall'italiano Fausto Coppi, giunto al traguardo con il tempo di 5h51'55"
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Fausto Coppi – Cortina – Giro d’Italia 1948
Fausto Coppi al Giro d'Italia 1948 nella tappa di cortina Cortina
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