Salvarani
Salvarani

Condensare in poche righe quella che per tanti è stata la più grande squadra della storia è impresa assai ardua.

Salvarani nasce alla fine del 1962 a Baganzola (PR), per volere della famiglia Salvarani e soprattutto del patron Renzo Salvarani.

L’accordo con il direttore sportivo Luciano Pezzi assicura alla squadra una buona parte di organico del G.S. Ghigi, squadra romagnola che chiude i battenti proprio alla fine di quella stagione.

Nel 1963 la prima vittoria è il Giro di Sardegna ed è opera di Arnaldo Pambianco, già vincitore del Giro 1961. Franco Magnani conquista la prima tappa al Giro per la formazione viarolese, ancora vestita della vecchia maglia bianca. Il bis arriva con Arnaldo Pambianco, solo sul Nevegal.

Il 1964 si apre con l’arrivo di Adorni, a sostenere una squadra che, già dall’anno precedente ha ancora il vecchio Ercole Baldini fra le sue file. Adorni veste anche la maglia rosa a Riva del Garda. Nel ciclocross conquista il terzo dei suoi cinque Campionati Mondiali. Al Tour la “Salvarini”, come è chiamata dai francesi, è capitanata da Adorni che entra nei dieci della generale.

A fine anno si opta per la maglia azzurra a sostituire la vecchia maglia bianca del 1962 e del 1963.

Firma per Salvarani ad inizio 1965 un giovanissimo Felice Gimondi, già vincitore del Tour de l’Avenir 1964.

Dopo una difficoltosa primavera, dove i risultati faticano ad arrivare, Adorni conquista alla grande il Giro d’Italia e Gimondi, dopo qualche mese, il Tour de France. Salvarani è all’apice del ciclismo mondiale.

Nel 1966 lo stesso Gimondi vince Parigi – Bruxelles, Parigi – Roubaix e Giro di Lombardia mentre Adorni è primo in un glaciale Giro del Belgio. Il 30 maggio, a Baganzola, si disputa la cronometro del Giro d’Italia, punto più alto della storia del piccolo paese del parmense. La vince Adorni, che batte Anquetil e conquista la maglia rosa, poi persa sul Mottarone il giorno successivo.

Il 1967 è l’anno del Giro d’Italia per Gimondi, battendo Anquetil con la fuga verso Tirano. Nel frattempo Adorni ha firmato per la parmigiana Salamini, creando non poche agitazioni in casa Salvarani. Zandegù in quell’anno conquista il Fiandre intonando sul palco la canzone “O Sole mio” dedicata ai numerosi italiani che lavorano in terra belga

I sei fratelli (Mario, Emilio, Luigi, Renzo, Gianni, Antonio) credono fermamente nel ciclismo e continuano ad investire nel progetto. Tanti corridori approdano alla corte di Baganzola, a partire da quell’Altig che, nel 1968 regala la Milano – Sanremo al gruppo ciclistico.

Si alternano grandi campioni come Motta (vincitore di un Giro di Romandia), a corridori da brevi corse a tappe come Poggiali (vincitore di un Giro della Svizzera). Vincono tappe al Tour Pietro Guerra, Primo Mori, Ercole Gualazzini e quel fenomeno di Walter Godefroot.

Gimondi nel 1968 conquista con la Vuelta di Spagna la “tripla corona”, mentre nel 1969 riconquista il Giro d’Italia, colpito duramente dalla vicenda doping di Eddy Merckx nella tappa di Savona.

Nel 1968 è anche la volta della prima maglia tricolore di Gimondi, che conquisterà la seconda in maglia Salvarani nel 1972.

All’inizio degli anni Settanta, con un Merckx inarrestabile, la Salvarani inizia a concentrarsi sulle vittorie di tappa e sulle classiche del panorama italiano. Gimondi continua a collezionare piazzamenti, come quello al Mondiale di Mendrisio del 1971, dove è battuto soltanto da Merckx in volata.

La magia accade nel 1972. I fratelli Salvarani hanno appena comunicato alla squadra la volontà di chiudere un’esperienza decennale nel mondo del ciclismo. E’ Marino Basso a regalare loro l’ultima gioia con la vittoria incredibile nel Mondiale di Gap. Bitossi viene superato sul filo di lana in uno degli arrivi più inceri e drammatici della storia.

Cala qui il sipario sul G.S.Salvarani.

Oltre alle vittorie individuali, la Salvarani ha anche conquista Campionato Italiano a squadre (nel 1966) e Coppa del Mondo a squadre (1967) facendola diventare la squadra più blasonata della storia.

Adorni all’attacco verso Madesimo – Giro d’Italia 1965
Adorni, Maglia Rosa, va all'attacco. Il Giro ormai è suo. Giro d'Itala 1965, Madesimo
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