Mazzo di Valtellina – Salita del Mortirolo – Aprica

Tipologia: asfalto - Difficoltà: ex-pro

APRICA – MORTIROLO ED IL MITO DEL CICLISMO

LE PRIME ALL’APRICA

Una linea lega il territorio di Aprica al Giro d’Italia, una linea che nel tempo è diventata sempre più visibile ed importante per il ciclismo e per la sua storia. Il Giro transita da Aprica già nel 1950, ed a scollinare primo è il Campionissimo Fausto Coppi, nella tappa vinta poi a Milano da Mario Fazio.

Il primo arrivo ad Aprica data 1962, il giorno successivo la famosa tappa della bufera del Passo Rolle conquistata da Vincenzo Meco. E anche in quell’occasione è un campione a far esultare la folla: Vittorio Adorni. In maglia Philco, fermato il giorno precedente per aiutare il capitano Carlesi (Fiorenzo Magni si pentirà di quella decisione presa dall’ammiraglia, ad anni di distanza, nella convinzione che Vittorio avrebbe potuto conquistare in quel Giro un podio sicuro, o anche qualcosa di più), Adorni stacca tutti sul Tonale ed arrivo ad Aprica con più di 3′ di vantaggio sul solito Taccone.

Nel 1967 è ancora l’Aprica a rubare la scena: stavolta, nella tappa di Tirano vinta da Marcello Mugnaini, nel tratto che collega il Tonale ad Edolo ed allo stesso Aprica, attacca Gimondi. Lo fa con tutto la determinazione che ha in corpo, alla caccia della maglia rosa ben salda fino a quel giorno sulle spalle di Jacques Anquetil.

Sono attimi. Attimi in cui gli italiani si controllano, attimi in cui un Anquetil che sembra quasi sbadato, se ne va in coda al gruppo a prendere il rifornimento dall’auto del suo direttore sportivo Raphael Geminiani. E’ qui che nasce la “santa alleanza” dei tricolori, da Adorni in maglia Salamini a Balmamion e Motta in maglia Molteni. Nessuno tira e Gimondi vola verso l’arrivo di Tirano. Ad attenderlo Renzo Salvarani, patron della mitica squadra parmense e la maglia rosa, cercata e mai trovata fino a quel momento.

Passano anni per il nuovo passaggio dall’Aprica.

Il primo nel 1979 (nella tappa da Trento a Barzio) firmato Bruno Vicino, in maglia Carlos Galli, in fuga solitaria e con un grande vantaggio. Quel giorno, con Tonale, Aprica e salita di Tartavalle anche una grandinata sarebbe costata preziosi minuti a Vicino. La tappa l’avrebbe vinta poi Amilcare Sgalbazzi, storico luogotenente di Saronni (prima) e Battaglin (poi).

Nel 1988 è Joho, svizzero dell’Ariostea, a transitare primo in una delle tappe più drammatiche della storia del ciclismo con i corridori successivamente impegnati ad attaccare da Ponte di Legno la salita infinita del Gavia. Una bufera di neve avrebbe costretto quel giorno il fuggitivo di giornata in maglia ciclamino, Johan Van der Velde, a rifugiarsi in un camper nei pressi di Santa Caterina Valfurva, arrivando a più di 40′ dal vincitore Breukink, a Bormio.

Questa però sarà un’altra storia … che avremo poi tutto il piacere di raccontarvi.

IL PRIMO MORTIROLO, GLI ANNI DI BUGNO E CHIOCCIOLI

Aprica diventa mito nel 1990, con l’inserimento di una salita che, nell’immaginario collettivo, fa da sempre tremare i polsi: il Mortirolo.

Mortirolo sta ormai al Giro, come Ventoux o Galibier stanno al Tour o Angliru alla Vuelta. Mortirolo è passione, sudore, fatica. Mortirolo è impresa.

La prima volta, in quel 1990 della Moena – Aprica, avrebbe previsto un approccio soft con il gigante valtellinese: passaggio in vetta dal versante meno ostico di Monno e ritorno all’Aprica. L’intuizione dell’inserimento del Mortirolo nasce dalla necessità di Carmine Castellano, allora grande capo del Giro, di avere un percorso alternativo al classico Passo Gavia.

Il Mortirolo si sarebbe infatti rivelato perfetto, essendo il suo scollinamento identico a quello del Gavia per le vallate toccate: Valtellina da un lato e Val Camonica dall’altro.

La vittoria va quel giorno a Leonardo Sierra, venezuelano alle dipendenze di Gianni Savio e grande scalatore. In discesa Sierra si difende dal ritorno del gruppo, ma i chilometri della ripidissima discesa verso Mazzo sono drammatici per lui, con molti brividi ed un paio di cadute. Sierra precederà all’Aprica Alberto Volpi ed Eric Boyer con il gruppo della maglia rosa Bugno a 2’10”.

L’anno dopo sarà invece quello, finalmente, della prima volta dal versante di Mazzo (nella tappa Morbegno – Aprica), dodici chilometri di ascesa con una pendenza media “monstre” di più del 10%.

Se ne va, in rosa, “Coppino” Chioccioli, per via di quel naso aquilino che tanto lo fa assomigliare a Fausto. Il toscano di Pian di Sco’ conquista anche l’Aprica, con un grande arrivo a braccia alzate, gettando le basi per la sua vittoria alla corsa rosa, suggellata dopo qualche giorno, da un epico volo solitario sul mitico Pordoi. Il pubblico si innamora del Mortirolo e per il Giro l’unica soluzione è quello di riproporlo ancora una volta.

MARCO…

Il 5 giugno 1994 (data che per il ciclismo avrà ben altro sapore cinque anni dopo) la tappa parte da Merano e, attraverso Stelvio, Mortirolo e Santa Cristina arriva ad Aprica, con doppio passaggio sul traguardo. Il giorno prima, sul Monte Giovo, un giovane romagnolo, Marco Pantani da Cesenatico,  già vincitore del Giro dilettanti, ha resistito al gruppo guidato dai “Polti” di Bugno ed ha festeggiato a braccia alzate. La storia si ripete. Franco Vona scollina primo sullo Stelvio innevato, davanti al gruppo guidato dai “Gewiss” di Moreno Argentin e della maglia rosa Berzin. Dopo circa tre chilometri dall’inizio della salita del Mortirolo, su una delle poche parti di ascesa baciate dal sole e con la chiesa di San Matteo a pochi metri, parte Pantani.

La voce di Davide De Zan al commento si fa sempre più emozionata. In successione perdono terreno De la Cuevas, Indurain e poi, ultimo a cedere, Berzin.

Marco raccoglie per strada un rosario di storie e di nomi: quelli dei fuggitivi alla caccia di Vona. Nomi di corridori importanti come Belli, in maglia bianca, di “Cacaito” Rodriguez, del suo capitano Chiappucci e poi di Franco Vona, che pare ormai incollato alla strada per velocità e movimento delle spalle.

L’azione di Marco non ha tregua. Non può averla.

Transita solo sul Mortirolo, davanti a Rodriguez. In discesa, verso Aprica, attende Miguel Indurain e lo stesso colombiano. Vanno insieme, mentre Berzin, da solo, deve difendersi. Sul Santa Cristina la gente non crede ai suoi occhi quando, come una piccola cucitrice, Marco si rialza sui pedali e stacca nuovamente tutti. Arriva ad Aprica solo, con più di 2′ di vantaggio sul suo capitano Chiappucci. Berzin difende maglia e Giro in quell’occasione, perdendo più di 4′. Adesso tutti sanno chi è Pantani. Il Mortirolo rimarrà per sempre la sua salita, con un monumento a ricordarlo a tutti.

TRA IL 1996 ED IL 1999

Dopo il 1994 è il 1996 a riospitare il Giro. Stavolta il grande atteso è Enrico Zaina, vincitore sul Pordoi il giorno precedente. Ma Enrico può soltanto difendersi stavolta.

Olano perde la rosa, sempre nel punto in cui Pantani era scattato due anni prima.

Ad Aprica è Ivan Gotti ad alzare le braccia. Le alza anche Tonkov, arrivato con lui, che sa di aver così conquistato il Giro d’Italia.

Nel 1997 è sempre Gotti protagonista, stavolta non più in maglia Gewiss ma in maglia Saeco. Ha ipotecato il Giro a Cervinia, con una grande azione già iniziata sul Sant Pantaleon e stavolta si può permettere di controllare gli avversari: uno di questi è il solito Belli, che conquisterà la vittoria ad Edolo, l’altro è il russo Tonkov, che tenta di attaccare la rosa di Ivan Gotti senza successo.

Si arriva così allo sciagurato Mortirolo del 1999 … e sempre al 5 giugno.

La tappa deve partire da Madonna di Campiglio con un unico, grande dominatore: la maglia rosa di Marco Pantani.

Ma il romagnolo dalla perla dolomitica non partirà mai. Lo inchioda il famigerato controllo dell’ematocrito. La storia del ciclismo, da quel giorno, cambierà per sempre. Per il pubblico e per tutto il movimento. Lasciando dietro di sé una serie infinita di dubbi e polemiche.

E lassù a Campiglio cambierà purtroppo per sempre anche la storia di uno dei più grandi campioni di questo sport.

In un Giro tramortito e senza padrone Paolo Savoldelli decide di non indossare una rosa che non sente sua. Nello stesso identico posto in cui sia De las Cuevas che Olano perdono terreno e speranze, anche Savoldelli abbandona il sogno di conquistare il Giro. Ad Aprica è Roberto Heras ad arrivare a braccia alzate. Dietro di lui Gilberto Simoni in maglia Ballan ed Ivan Gotti, che vince nuovamente il Giro. Vittima anch’egli di una giornata che non rende felice nessuno, vittima dell’astio del pubblico che lo incolpa di aver vestito una rosa non sua, Ivan Gotti, in realtà, sarà un corridore che, conquistando ben due Giri in un periodo di grandi atleti, verrà sempre ricordato per la sua classe e le sue doti di magnifico scalatore.

ARRIVA IL DUEMILA …

Il Giro ed il Mortirolo vivono un periodo di pausa durato qualche anno. E’ nel 2004 che, nella tappa da Bormio alla Presolana, la scalata ritorna a far parlare di sé. Passa in testa Raffaele Iliano, altro prodotto dei team di Savio, ma la giornata vive sul duello fra i compagni di squadra Simoni (secondo in classifica) e Cunego (in maglia rosa). Sarà il veronese a spuntarla dopo una giornata trascorsa in fuga da Simoni, su Mortirolo, Vivione e Presolana. Alla Presolana il trentino verrà battuto allo sprint solo da Stefano Garzelli.

Nel 2006 ancora Simoni protagonista, stavolta coi colori della Saunier Duval, insieme ad Ivan Basso in maglia rosa. Altre polemiche fanno da sfondo alla tappa alpina, dovute ad un presunto accordo dei due su un possibile arrivo in parata all’Aprica. Nella realtà dei fatti, invece, nei pochi chilometri tra Edolo e l’Aprica, Ivan Basso, dimostrerà ancora una volta di essere padrone di un Giro dominato, staccando di forza un Simoni che lo accusava di essere sceso troppo piano dal Mortirolo e di averlo quindi dovuto aspettare.

Pensieri e parole, dette o non dette, che alla fine appartengono soltanto ai protagonisti, come spesse accade nella storia del ciclismo.

Nel 2008, nel Giro vinto da Contador, è lo spagnolo Josè Antonio Colom a transitare per primo sul Mortirolo, nella Rovetta – Tirano conquistata da Emanuele Sella.

Nel 2010 invece è prevista la Brescia – Aprica con passaggi da Aprica e Santa Cristina, prima del Mortirolo e del successivo arrivo sempre all’Aprica. L’aquila di Filottrano Michele Scarponi coglie qui una delle sue vittorie più belle, nel secondo Giro di Ivan Basso (che conquiterà il Gpm del Mortirolo). Fra le vittime della tappa di quel giorno anche un giovanissimo Chris Froome, costretto ad abbandonare il Giro per traino non consentito e per grossi problemi ad un ginocchio.

A braccia alzate, lo sfortunato Michele batte Basso ed un giovane Vincenzo Nibali, che sei giorni prima si era reso protagonista della sua prima impresa al Giro con un grande assolo nella discesa del Grappa e verso il traguardo di Asolo.

Dopo un arrivo in zona Aprica, a Tirano (primo Ulissi) nel 2011, è nel 2012 che si scala il Mortirolo dall’inedito versante di Tovo, passaggio obbligato di tappa per poi arrivare allo Stelvio. La tappa che termina sulla Cima Coppi verrà vinta da un grande delle imprese a lunga gittata, il belga Thomas De Gendt. Il corridore belga conquisterà grazie a questa impresa il podio a Milano, alle spalle di Hesjedal e “Purito” Rodriguez. Quel versante del Mortirolo, a pochi metri dallo scollinamento, a Fornello, verrà ricordato dai corridori per un tratto di cemento ai limiti della durezza estrema punte di oltre il 20%.

CONTADOR

Quella di Aprica e Mortirolo diventa ormai storia recente: nel 2015, nella frazione da Pinzolo ad Aprica che prevede Campo Carlo Magno, Tonale, Aprica, Mortirolo e arrivo ancora ad Aprica sulla strada vecchia di Edolo, sale in cattedra la “danza” di Alberto Contador. Il “pistolero” in rosa fora in discesa, giù dall’Aprica, con il gruppo in lunga fila indiana e pronto ad affrontare il Mortirolo. Da lì un lungo inseguimento lo riporta sul gruppo dei fuggitivi. La sua azione sembra non avere pause. Si riporta su Landa, Kruijswijk e Aru. Il sardo soffre e Contador accelera nuovamente. Resta con Landa e con Kruijswijk non lontano. Sulla salita di Aprica scatta Landa, Contador pare ormai accontentarsi di giungere alle spalle del basco, ma in una tappa che avrebbe potuto avere conseguenze ben più drammatiche per lui, si conferma padrone del Giro. E immenso scalatore.

2017 e 2019 e 2022

Nel 2017 è con la Rovetta – Bormio che gli organizzatori ripropongono il Mortirolo. E’ un Mortirolo stavolta non determinante per la tappa e la classifica, perché nello stesso giorno sono previsti addirittura due passaggi dello Stelvio, da Bormio prima e dal Passo Umbrail (posto appena al di sotto del Passo) successivamente. Nel giorno di Nibali che conquista Bormio, passa in testa su un Mortirolo affrontato dal meno battuto versante di Monno, Luis Leon Sanchez dell’Astana. Un tributo meritato a Michele Scarponi appena scomparso da parte della squadra kazaka, che quel giorno, con tutto lo staff, mette anima e corpo in per omaggiare degnamente il povero compagno, addirittura utilizzando una borraccia celebrativa in onore di Michele e del suo amatissimo pappagallo.

Il 2019 è l’ultimo atto, recente, della grande storia del Mortirolo. Da Lovere a Ponte di Legno, in una giornata per molti versi drammatica dal punto di vista climatico, Vincenzo Nibali tenta di scardinare la solidità di Richard Carapaz. Il siciliano non riuscirà nel suo intento, lasciando il campo della vittoria di tappa a Giulio Ciccone. L’italiano, in maglia azzurra targata Trek Segafrado, batterà in volata a Ponte di Legno il compagno di fuga Hirt.

Lo stesso Jan Hirt si rifà con gli interessi al Giro 2022 nella Salò – Aprica (Sforzato Wine stage). Il corridore della Wanty è autore di una splendida tappa fra Mortirolo da Edolo e Valico di santa Cristina e su quest’ultima salita stacca Arensman arrivando solo sul rettilineo di Aprica con 7″ di vantaggio. La battaglia per la generale non crea invece scossoni, con Hindley (futuro vincitore che batte in volata Carapaz 8 in rosa in quel momento), l’eterno Valverde e Landa. 

LE ALTRE MANIFESTAZIONI, FRA DONNE ED UNDER

Il Mortirolo viene affrontato da Monno per la prima volta anche dal Giro donne, nel 2011. Vince, nella Rovato – Grosotto la campionessa Marianne Vos, lasciandosi alle spalle la speranza italiana Tatiana Guderzo. Si impone nel 2016 invece Mara Abbott, stavolta scalando il versante di Mazzo, che conquista di forza la Grosio – Tirano.

Addirittura due versanti scala invece il Giro d’Italia Under 23 Enel nel 2019. Nella tappa che parte e si conclude ad Aprica, Kevin Colleoni scollina per primo sia sul versante di Monno che su quello di Mazzo. In discesa viene ripreso dai colombiani Alba, Rubio Reyes ed Ardila. Alba vince la tappa mentre Ardila consolida il suo ruolo di indiscusso capoclassifica, con Colleoni terzo a 33”.

MILESTONE

Giro d’Italia (Primo passaggio di tappa)

1950 Domenica 4 Giugno, Stage 10, Bolzano – Milano Vincitore: Mario Fazio

Giro d’Italia (Primo arrivo di tappa)

1962 Sabato 3 Giugno, Stage 15, Moena – Aprica Vincitore: Vittorio Adorni

Giro d’Italia

1967 Sabato 10 Giugno, Stage 21, Trento – Tirano Vincitore: Marcello Mugnaini

Giro d’Italia

1979 5 Giugno, Stage 18, Trento – Barzio Vincitore: Amilcare Sgalbazzi

Giro d’Italia

1988 5 Giugno: Stage 14, Chiesa Valmalenco – Bormio Vincitore: Erik Breukink

Giro d’Italia

1990 3 Giugno, Stage 17, Moena – Aprica Vincitore: Leonardo Sierra

Giro d’Italia

1992 10 Giugno, Stage 15, Morbegno – Aprica Vincitore: Franco Chioccioli

Giro d’Italia

1994 5 Giugno: Stage 15, Merano – Aprica Vincitore: Marco Pantani

Giro d’Italia

1996 8 Giugno, Stage 21, Cavalese – Aprica Vincitore: Ivan Gotti

Giro d’Italia

1997 7 Giugno, Stage 21, Malè (Val di Sole) – Edolo Vincitore: Belli (Pavel Tonkov)

Giro d’Italia

1999 5 Giugno, Stage 21, Madonna di Campiglio – Aprica Vincitore: Robert Heras

Giro d’Italia

2004 29 Maggio, Stage 19, Bormio – Presolana Vincitore: Stefano Garzelli

Giro d’Italia

2006 27 Maggio, Stage 20, Trento – Aprica Vincitore: Ivan Basso

Giro d’Italia

2008 31 Maggio, Stage 20, Rovetta – Tirano Vincitore: Emanuele Sella

Giro d’Italia

2010 28 Maggio, Stage 19, Brescia – Aprica Vincitore: Michele Scarponi

Giro d’Italia

2011 25 Maggio, Stage 17, Feltre – Tirano Vincitore: Diego Ulissi

Giro Donne

2011 7 Luglio, Stage 7, Rovato – Grosotto Vincitrice: Marianne Vos

Giro d’Italia

2012 26 Maggio, Stage 20, Caldes/ Val di Sole – Passo dello Stelvio Vincitore: Thomas De Gendt

Giro d’Italia

2015 26 Maggio, Stage 16, Pinzolo – Aprica Vincitore: Mikel Landa

Giro Donne

2016 6 Luglio, Stage 5, Grosio – Tirano Vincitrice: Mara Abbott

Giro d’Italia

2017 23 Maggio, Stage 16, Rovetta – Bormio Vincitore: Vincenzo Nibali

Giro d’Italia

2019 28 Maggio, Stage 16, Lovere – Ponte di Legno Vincitore: Giulio Ciccone

Giro d’Italia U23

2019 20 Giugno, Stage 6, Aprica – Aprica Vincitore: Juan Diego Alba Bolivar

 

1962_ Giro d’Italia Il primo arrivo ad Aprica
1962_Vittorio Adorni stacca tutti sul Tonale e fa esultare la folla tagliando il traguardo del primo arrivo ad Aprica - Giro d'Italia 1962.
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1991_ Giro d’Italia Chioccioli trionfa ad Aprica
Il trionfo di Franco Chioccioli, in maglia rosa, ad aprica - Giro d'Italia 1991
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2015_ Giro d’Italia Mikel Landa conquista Aprica
2015_ Mikel Landa scatta sulla salita di Aprica e conquista la 16° Tappa del Giro d'Italia 2015 davanti a Contador.
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1994_ Giro d’Italia La storica vittoria di Marco Pantani ad Aprica
1994_Dopo aver conquistato il Mortirolo, Pantani arriva ad Aprica solo, con più di 2' di vantaggio sul suo capitano Chiappucci. Adesso tutti sanno chi è Pantani.
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2021_ Aprica Documento Video storico di presentazione della tappa con analisi altimetrica da parte di Davide Cassani
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