Madonna del Ghisallo e Muro di Sormano

Tipologia: asfalto - Difficoltà: ex-pro

MADONNA DEL GHISALLO

Luogo magico, salita amata e conosciuta da tutti, oasi di emozioni forti e dal sapore antico.

La salita del Ghisallo è un altro dei grandi santuari del ciclismo mondiale.

Lo è perché quassù, nel tempo, tutti i più grandi hanno portato una testimonianza (sportiva o storica) delle loro imprese, lo è perché dal 1949 la Madonna del Ghisallo è stata consacrata Patrona dei Ciclisti Italiani.

E’ grazie all’impegno di Don Ermelindo Viganò (parroco di Magreglio e primo Rettore della chiesetta del Ghisallo) se, nel 1949, anche i ciclisti partecipanti al Giro d’Italia (fra i quali Fausto Coppi e Gino Bartali) si fanno promotori di un progetto di elezione della Madonna del Ghisallo a Patrona dei Ciclisti Italiani.

E’ anche e soprattutto grazie alla volontà di Papa Pio XII se questa meravigliosa idea diviene realtà il 13 ottobre dello stesso anno.

Vi sono molte immagini di quella prima cerimonia di consacrazione ufficiale, immagini in bianco e nero di campionissimi che oggi non ci sono più, illuminati dalla luce di una grande fiaccola bronzea appositamente trasferita da Roma (in staffetta) dopo la benedizione papale, fino alla piccola parrocchia lombarda.

Tanti altri personaggi hanno aiutato nel processo di elezione della Madonna del Ghisallo a Patrona dei Ciclisti Italiani: impossibile dimenticare la figura di Bartolo Paschetta, grande amico di Gino Bartali ed elemento attivissimo dell’Azione Cattolica all’interno delle mura vaticane negli anni Quaranta e Cinquanta, e uomini come Adriano Rodoni, “gran capo” del ciclismo internazionale e Giulio Onesti, presidente del CONI dal 1946.

Oggi il Ghisallo non è più soltanto una piccola chiesetta, magica ed antica custode di reliquie dal valore sportivo inestimabile.

La salita lariana dall’ottobre del 2006 ospita infatti, grazie a Fiorenzo Magni, uno stupendo Museo sulla storia del ciclismo.

E’ grazie al progetto ideato dall’architetto Davide Bergna che il visitatore può oggi ammirare un luogo assolutamente d’impatto, sia dal punto di vista strutturale che visivo, a sbalzo sul Lago di Como e con un panorama veramente unico sulle Grigne, montagne care al gruppo alpinistico dei “Ragni di Lecco” ed al loro più famoso esponente: Walter Bonatti.

L’idea di Bergna ha in questo modo dato vita ad una fusione fra pionierismo e modernità, fra architettura del nuovo Millennio e elementi naturali, come testimoniato dalla grande roccia a vista presente al termine del lungo corridoio d’ingresso.

All’interno storici velocipedi si mescolano a vere scommesse dell’ingegneria ciclistica, immagini di volti lontani nel tempo fanno da sfondo alle imprese mitiche del “Pirata” Pantani o del “Grillo” Bettini.

In un’ala della struttura, una a fianco dell’altra, magicamente appaiono alla vista del turista le maglie rosa: da quelle mitiche, indossate dal 1931 in poi (anno della nascita di questo simbolo del primato) fino a quelle in poliestere degli anni recenti.

In un angolo emozionante del Museo, quasi ad ammirare il Lago di Como, magicamente unite, le bici di Gino Bartali e di Fausto Coppi.

Gialla quella di Gino, a riprendere i colori della sua squadra (la Bartali, appunto), verde oliva quella di Fausto, tipica livrea della Legnano con la quale il piemontese stabilisce il record dell’ora nel 1942 al Vigorelli.

Ghisallo è però anche Adorni, Gimondi, Merckx, Bugno. Ognuno di loro è ricordato quassù, con foto, pannelli esplicativi, memorabilia e ricordi di corsa.

Ghisallo è anche e soprattutto Fiorenzo Magni, che quassù ha lasciato gran parte della propria vita da atleta, con immagini, bici e maglie dal sapore antico.

La sagoma di Fiorenzo accompagna ancora oggi il visitatore, custode nascosto del mito del ciclismo. Magni è presente nelle immagini, nelle frasi, nei ricordi.

E’ presente anche la sua maglia blu della Nivea, un nome che per gli storici del ciclismo è ancora oggi un simbolo di modernità. Fu proprio quello (grazie all’amicizia di Magni coi Laboratori Cosmochimici di Milano, azienda del gruppo Nivea) il primo marchio extraciclistico ad entrare di forza nel mondo delle due ruote, aprendo così la strada agli sponsor non – tecnici.

Un’idea, ovviamente, dello stesso Fiorenzo Magni.

Accanto al Museo resta sempre, a bordo strada, la chiesetta della Madonna del Ghisallo. I cimeli, dalle bici alle maglie, che i ciclisti hanno consacrato nel tempo alla loro Protettrice sono ancora tutti lì, in un’atmosfera magica, conservati gelosamente nel ricordo dai Rettori che nel tempo si sono succeduti alla guida del piccolo luogo di preghiera.

C’è anche la bici di Coppi, quella del Tour 1949, una Bianchi dal classico colore celeste che ha accompagnato Fausto in una delle sue più grandi imprese sportive.

Se salire al Ghisallo è piacere per qualunque appassionato del mondo delle due ruote, diventa quasi un obbligo per qualsiasi sportivo che si trovi in zona.

Scenario incantevole, ospitalità e tradizione ciclistica creano quassù un’atmosfera sportiva che soltanto pochissimi luoghi nel mondo possono vantare.

MADONNA DEL GHISALLO E CICLISMO PEDALATO

La salita del Ghisallo è situata tecnicamente nel comune di Magreglio. Il versante più gettonato dalle grandi corse è quello che parte da Bellagio per arrivare, in circa 8,5 Km al culmine della salita. Se la pendenza media è di circa il 6%, da rispettare sono sicuramente le rampe poste a metà della salita, che arrivano a raggiungere anche il 14% di pendenza.

E’ dal 1919 che il Ghisallo è inserito all’interno del percorso del Giro di Lombardia e soltanto in tre edizioni la salita non è stato percorsa dalla classica “delle foglie morte”.

Nel corso del tempo, all’interno del percorso, la montagna è risultata spesso decisiva, soprattutto fino agli Cinquanta in cui si presentava come ultima asperità di giornata, seppur lontana dal traguardo di Milano.

Oggi, con l’arrivo a Como, il Ghisallo viene affrontato prima del “Muro di Sormano”, del Civiglio e della salita di San Fermo della Battaglia, dichiarando di fatto l’inizio delle ostilità.

Ad aprire le danze dei passaggi sulla cima del Ghisallo, nel 1919 è stato il primo “Campionissimo” della storia del ciclismo: il novese Costante Girardengo.

Tutti i grandi del periodo lo hanno conquistato almeno una volta: Bottecchia (1923), Binda (1924-25-26-27), Bartali (1936-40), Fausto Coppi (1946-47-48-49-50), Kubler (1952), Defilippis (1958), Van Looy (1959), Dancelli (1964), Zilioli (1965), Pingeon (1966), Agostinho (1969), Baronchelli (1979), Chiappucci (1988), Rominger (1992) ed Ivan Basso (2004).

Cronologicamente il suono delle campane negli ultimi anni ha salutato invece i passaggi di Bettini (2005-06), Tosatto (2007), Rogers e Mauro Santambrogio (2008), Hoogerland (2009), Albasini (2010), Nibali (2011), De Weert (2012), Voeckler (2013), gruppo (2014), Canola (2015), Caruso, Cherel, Denifl, Molard (2016), Cherel, De Plus, Ballerini (2017), Orsini (2018) e  Masnada (2019).

Nel 2020 la battaglia infuria sul Ghisallo con Devenyns a mietere vittime illustri, prima del Muro di Sormano. Nel 2021 il Ghisallo viene scalato a inizia giornata (concludendosi poi la corsa a Bergamo Alta). A passare per primo è Garosio, con vittoria finale di Pogacar su Masnada. Ritorno a Como nel 2022, nell’ultima corsa della carriera di due “mostri sacri” come Nibali e Valverde. A conquistare la corsa è Pogacar in volata su Mas, mentre sul Ghisallo è primo Joao Almeida. Da registrare fra i partenti la vittoria del vincitore del Tour 2022, il danese Jonas Vingegaard.

Accanto al Ghisallo, da un’idea di Vincenzo Torriani, nel 1961 e nel 1962 si è affrontata anche una strada con maggiore dislivello della classica lariana, chiamata “SuperGhisallo”.

Quella del SuperGhisallo è una salita che parte sempre dall’abitato di Bellagio ma che, in prossimità di Civenna, compie una deviazione utile per evitare il paese.

Il ciclista, percorrendo questa strada meno conosciuta può così scoprire la valle di Guello, proseguendo poi per Piano Rancio. Con lo scollinamento ad un’altitudine di 956 metri potrà comodamente raggiungere in discesa il Ghisallo.

Sul SuperGhisallo hanno scollinato per primi due atleti: Aldo Moser, nel 1961, e il grande ciclocrossista Rolf Wolfshol (nel 1962).

La storia del Ghisallo però se è legata a doppio filo a quella del Giro di Lombardia non può non intrecciarsi anche con quella del Giro d’Italia.

Risale al 1921 il primo passaggio al Ghisallo nella “corsa rosa”, nella decima tappa Torino – Milano, vinta nel capoluogo lombardo dall’ “eterno secondo” Gaetano Belloni della Bianchi.

Poi passaggi nel 1926, nel 1927 e nel 1930. Nel 1937 è Ezio Cecchi “lo scopino di Monsummano” a scollinare per primo sulla mitica salita nel corso della seconda semitappa (Como – Milano) della diciannovesima frazione.

L’anno successivo il triestino Giordano Cottur conquista la vetta.

Doppietta per Bartali, primo al Gpm del Ghisallo nel 1939 e nel 1949.

Nel 1954 è poco più di un trasferimento il passaggio dal comune di Magreglio, nel corso della Saint Moritz – Milano. Sono quelli i giorni del famoso “sciopero” del gruppo sulle rampe del Bernina.

La ventiduesima tappa del 1967 (prima semitappa del giorno per la precisione) prevede invece un arrivo sul Ghisallo, nella Tirano – Ghisallo. Felice Gimondi è in rosa dal giorno precedente, con una grande azione fra l’Aprica e la stessa Tirano, ai danni di Jacquest Anquetil.

Il francese della Bic, quasi disinteressandosi della seconda posizione in classifica, non cura la ruota di Franco Balmamion sulle rampe del Ghisallo e perde anche il secondo posto a favore del piemontese. A vincere la frazione è Aurelio Gonzalez, ottimo scalatore spagnolo.

Due passaggi nel 1976, nel corso della Castellamonte – Arosio. In vetta transitano Andres Oliva e Wladimiro Panizza nella tappa poi vinta dal “gitano” Roger De Vlaeminck. Dopo qualche giorno Felice Gimondi riuscirà a vestire la terza “rosa” di una carriera straordinaria.

Il 2006 vede il Ghisallo come luogo scelto per la partenza dell’ultima breve tappa verso Milano del Giro di Ivan Basso. E’ questo un omaggio alla nascita del Museo ed al grande lavoro di Fiorenzo Magni.

Si arriva alla storia recente: nel 2019 Dario Cataldo conquista il suono delle campane della chiesetta dl Ghisallo nella tappa Ivrea – Como. Lo stesso corridore dell’Astana alzerà le braccia sul lungolago comasco.

Accanto a Lombardia e Giro d’Italia, molte altre manifestazioni, sia maschili che femminili, si sono concluse al Ghisallo. Da ricordare sono sicuramente i bei giorni dei duelli rusticani fra le pioniere del pedale italiane, talenti indimenticabili come quelli di Parenti e Scotti, fino a Cressari, Longari e Tartagni.

IL MURO DI SORMANO

Un’altra intuizione geniale di Vincenzo Torriani, come per il Poggio a Sanremo, porta il patron del Giro ad inserire nel percorso del Lombardia una salita inedita e durissima: il Muro di Sormano.

Il Sormano si porterà dietro polemiche a non finire negli anni Sessanta a causa delle numerose spinte ricevute dagli atleti sulle sue rampe.

Non rassegnandosi a dimenticare il luogo, saranno però i vertici della nuova RCS a optare per il reinserimento del Sormano nella classica “delle foglie morte” a partire dal 2012 (con due passaggi nel 2010 e nel 2011 per la Colma, versante meno estremo dello stesso Sormano).

Oggi il Sormano è una lingua asfaltata di circa due chilometri con pendenze in doppia cifra ed una caratteristica serie di frasi scritte sull’asfalto in ricordo delle dichiarazioni dei protagonisti dei primi passaggi su di esso e dei relativi tempi di scalata. Accanto alle parole i corridori non possono dimenticare la litania di numeri, a ricordare loro l’altitudine raggiunta in quel momento.

Nel 1960 e nel 1961 è Imerio Massignan a riuscire nella duplice impresa di scollinare primo e di non mettere il piede a terra.

Come sul Gavia, nel 1960, Imerio viene poi raggiunto in discesa, perdendo la possibilità di giocarsi in solitaria la conquista del Lombardia. Anche le imprese sul Muro di Sormano consegnano lo scalatore veneto all’immortalità sportiva, mito di un’intera generazione.

Nel 1962 è invece l’ex olimpionico Livio Trapè a conquistare il Muro. Incredibile annotare proprio quel giorno il tempo record di un Ercole Baldini appesantito rispetto al magico 1958. In maglia Ignis, il forlivese, viene sicuramente aiutato da qualche spinta nell’ottenimento di una prestazione “monstre” come quella annotata sui giornali dell’epoca.

Da quel lontano 1962 il Muro e le sue pendenze estreme entrano in un letargo durato più di cinquant’anni.

Nel 2010 e nel 2011 il Lombardia affronta la Colma di Sormano da Maglio, versante parallelo e meno arcigno di quello del Muro, e sono Mollema (2010) ed un gruppetto con Astarloza, Van Summeren ed Arashiro (2011) a transitarvi per primi.

Dal 2012 la frequentazione del Lombardia riprende quasi a cadenza annuale (solo nel 2014 e nel 2016 non viene percorso). Apre le danze il francese Romain Bardet che stacca il compagno di fuga Losada nel 2012, poi sono Quintana (2013) e Kwiatkowski (2015) a conquistarne la cima. Quello del 2012 è un Lombardia da tregenda che vive attimi di terrore sulla discesa del Sormano per le cadute di Gilbert e del compagno Ballan (che si procura fratture ed abrasioni varie, salutando quel giorno la sua partecipazione da atleta ad una classica monumento).

Nel 2017 transita in vetta un altro francese, Cherel, mentre nel 2018 sul Sormano dà spettacolo la coppia Nibali – Pinot, nell’azione decisiva per la vittoria del siciliano a Como.

Nel 2019 è invece la giovane speranza tricolore Giulio Ciccone, in maglia Tek Segafredo, ad aprire la strada al capitano Mollema verso un meritatissimo trionfo a Como.

La Colma di Sormano è affrontata in due occasioni anche dal Giro d’Italia: la prima (da Nesso) data 1978, durante la Brescia – Inverigo vinta da Vittorio Algeri. E’ Ottavio Crepaldi a conquistare il GPM.

Nel 2019 la Colma di Sormano (da Maglio) viene invece “domata” da Mattia Cattaneo dell’Androni nella Ivrea – Como, già citata in precedenza per la vittoria di Dario Cataldo dopo una splendida azione tra Ghisallo e San Fermo della Battaglia.

Nuovo passaggio sul Sormano nel 2020 con Vlasov e Fuglsang (poi vincitore del Lombardia) a fare la voce grossa sulle durissime rampe del Muro, mettendo in difficoltà Mollema. In discesa si registra la grave caduta del talento belga (e futuro iridato) Remco Evenepoel.

MILESTONES

Giro d’Italia

1921 12 Giugno: Stage 10, Torino – Milano Vincitore: Gaetano Belloni

Giro d’Italia

1926 6 Giugno: Stage 12, Verona – Milano Vincitore: Alfredo Binda

Giro d’Italia

1927 5 Giugno: Stage 15, Verona – Milano Vincitore: Alfredo Binda

Giro d’Italia

1930 8 Giugno: Stage 15, Brescia – Milano Vincitore: Michele Mara

Giro d’Italia

1937 6 Giugno: Stage 19-b, Como – Milano Vincitore GPM: Ezio Cecchi

Giro d’Italia

1938 21 Maggio: Stage 18-b, Locarno – Milano Vincitore GPM: Giordano Cottur

Giro d’Italia

1939 18 Maggio: Stage 17, Sondrio – Milano Vincitore GPM: Gino Bartali

Giro d’Italia

1949 12 Giugno: Stage 19, Torino – Monza Vincitore GPM: Gino Bartali

Giro d’Italia

1967 11 Giugno: Stage 22-a, Tirano – Madonna del Ghisallo: Aurelio Gonzales-Puente

Giro d’Italia

1976 6 Giugno: Stage 16, Castellamonte – Arosio Vincitore GPM: Andres Oliva e Wladimiro Panizza,

Vincitore Tappa: Roger de Vlaeminck

Giro d’Italia

2006 28 Maggio: Stage 21, Museo del Ghisallo – Milano PARTENZA

Giro d’Italia

2019 26 Maggio: Stage 15, Ivrea – Como Vincitore GPM e Tappa: Dario Cataldo

MURO DI SORMANO

Giro di Lombardia

1960 16 Ottobre: Milano – Milano Vincitore GPM: Imerio Massignan

Giro di Lombardia

1961 21 Ottobre: Milano – Como Vincitore GPM: Imerio Massignan

Giro di Lombardia

1962 20 Ottobre: Milano – Como Vincitore GPM: Livio Trapè

Giro d’Italia

1978 27 Maggio: Stage 19, Brescia – Inverigo Vincitore GPM: Ottavio Crepaldi

 Vincitore Tappa: Vittorio Algeri

Giro di Lombardia

2010 16 Ottobre: Milano – Como Vincitore GPM: Mollema

Giro di Lombardia

2011 15 Ottobre: Milano – Lecco Vincitore GPM: Astarloza, Van Summeren ed Arashiro

Giro di Lombardia

2012 29 Settembre: Bergamo – Lecco Vincitore GPM: Romain Bardet

Giro di Lombardia

2013 6 Ottobre: Bergamo – Lecco Vincitore GPM: Nairo Quintana

Giro di Lombardia

2015 4 Ottobre: Bergamo – Como Vincitore GPM: Michał Kwiatkowski

Giro di Lombardia

2017 7 Ottobre: Bergamo – Como Vincitore GPM: Cherel

Giro di Lombardia

2018 13 Ottobre: Bergamo – Como Vincitore GPM: Vincenzo Nibali – Thibaut Pinot

Giro di Lombardia

2019 12 Ottobre: Bergamo – Como, Giulio Ciccone apre la strada al capitano Bauke Mollema

Giro d’Italia

2019 26 Maggio: Stage 15, Ivrea – Como Vincitore GPM: Mattia Cattaneo

1961_Giro di Lombardia – Vito Taccone
1961_Vito Taccone dopo il duello sul Muro di Sormano con Imerio Massignan vince il Giro di Lombardia .
Dettaglio
2003_Giro di Lombardia – Michele Bartoli
2003_Michele Bartoli vince Giro di Lombardia dopo aver affrontato il Muro di Sormano
Dettaglio
2013_Giro di Lombardia – Il Muro di Sormano
2013_I corridori affrontano il Muro di Sormano durante il Giro di Lombardia .
Dettaglio
2015_Giro di Lombardia – Il Muro di Sormano
2015_I corridori affrontano il Muro di Sormano, grande protagonista del Giro di Lombardia .
Dettaglio
2015_ Giro di Lombardia – La discesa vincente di Nibali
2015_L'incredibile scatto in discesa di Vincenzo Nibali che lo porterà alla vittoria del Giro di Lombardia 2015.
Dettaglio
2010_Madonna del Ghisallo e Muro di Sormano – La ricognizione di Stefano Garzelli
2010_Stefano Garzelli durante la ricognizione de Il Lombardia ci porta sulle strade della Madonna del Ghisallo e del Muro di Sormano.
Dettaglio
1948_Madonna del Ghisallo : Giro Lombardia
Video originale dell'archivio storico dell'Istituto Luce
Dettaglio
1969_Madonna del Ghisallo : Giro Lombardia
Video originale dell'archivio storico dell'Istituto Luce
Dettaglio
1948_ Giro Lombardia_Madonna del Ghisallo
Il Giro di Lombardia 1948, quarantaduesima edizione della corsa, fu vinta per la terza volta consecutiva dall'italiano Fausto Coppi, giunto al traguardo con il tempo di 5h51'55"
Dettaglio
1988_ Corsa ciclista in favore dell’Unicef

Dettaglio
1986_ Madonna del Ghisallo 8° Trofeo Pirelli

Dettaglio

Nessun podcast associato

Nessun extra associato