Schio – Pian delle Fugazze

Tipologia: asfalto - Difficoltà: cicloturistici

PIAN DELLE FUGAZZE, MONUMENTO AGLI EROI

E’ un legame antico quello di Pian delle Fugazze col ciclismo, E’ un legame che mette in luce lo stretto rapporto fra la sofferenza della Guerra e i giorni felici delle corse in bicicletta, fra le imprese ardite di eroici combattenti e le magie di autentici campioni.

La splendida radura fra Trentino e Veneto è ancora oggi uno dei punti di passaggio preferiti per cicloamatori e corse di ogni livello, da quelle amatoriali a quelle giovanili.

Salita ostica, dolomitica per tipologia, prealpina per dislivello, che nulla ha però da invidiare alle più famose ascese italiane. Quella di Pian delle Fugazze è una rampa che offre difficoltà altimetriche su entrambi i versanti (più lungo quello di Rovereto, più duro e breve quello che parte da Schio e Recoaro).

Alla sommità, allungando verso sud il proprio itinerario di un paio di chilometri, è possibile raggiungere l’Ossario del Pasubio, monumento dedicato ai caduti della Grande Guerra che quassù hanno vissuto per la Patria giornate al limite delle possibilità umane, immolandosi per la libertà della nazione.

Pian delle Fugazze è un crocevia di numerosi itinerari, molti dei quali da percorrere in mtb e nati sullo scheletro di vecchie mulattiere militari dalle pendenze costanti e dai panorami mozzafiato.

Un anello stupendo è quello che, partendo proprio da Pian delle Fugazze, porta al rifugio Achille Papa attraverso la galleria di Havet e la Strada degli Eroi. Giunti al rifugio Papa è possibile concludere l’anello ritornando a Pian delle Fugazze, innestandosi sugli ultimi quattro km del versante vicentino, attraverso la magnifica strada sterrata degli “Scarubbi” ed il passo Xomo.

E’ da sottolineare come esista anche una via più breve per il ritorno verso Pian delle Fugazze, ma questa opzione non è assolutamente percorribile su una mtb data la pericolosità del percorso: la Strada delle 52 Gallerie. Percorso solamente pedonale quest’ultimo ma ricco di fascino e denso di storia: la sua costruzione, ad opera della 33ma Compagnia Minatori, fu ultimata nel 1917, col chiaro intento di favorire gli approvvigionamenti al “Milanin” (vecchio nome del Rifugio Papa ed avamposto delle truppe italiane) al coperto dal tiro delle artiglierie nemiche (che invece comodamente potevano bersagliare senza sosta la più settentrionale “Strada degli Scarubbi” e di Passo Xomo). Una litania di gallerie, di cui una addirittura elicoidale, fanno della Strada delle 52 Gallerie una delle meraviglie ingegneristiche italiane.

Ora però, dopo opportune indicazioni geostoriche, è il tempo di tornare sulla strada e sull’asfalto, per celebrare degnamente il Pian delle Fugazze ed i suoi eroi – ciclisti!

UNA STORIA LONTANA …

Data 1922 il primo passaggio del Giro d’Italia da Pian delle Fugazze. È l’anno in cui viene inaugurata la Strada degli Eroi, dedicata a dodici militari (Medaglie d’Oro al Valore) scomparsi durante la Prima Guerra Mondiale rendendosi protagonisti di mirabili azioni.

Il 24 Maggio del 1922 (data che peraltro ricorda il passaggio del Piave da parte degli Alpini durante la Grande Guerra), i corridori del Giro affrontano la Milano – Padova di ben 326 km con l’ascesa di Colle Sant’Eusebio (che diventerà poi famoso per gli attacchi in serie di Coppi e Magni al rosa di Nencini nel Giro 1955, nella Trento – San Pellegrino) e il Pian delle Fugazze.

Prima tappa del Giro e subito polemiche: all’attacco sulla salita trentina, Giovanni Brunero viene sorpreso a sostituire una ruota (assolutamente vietato dai regolamenti del tempo) e l’organizzazione, su pressione delle case Bianchi e Maino, lo penalizza di “soli” 25′.

Brunero era passato sul valico con 9′ e 14′ di vantaggio rispettivamente su Belloni e Giradengo. Arriva solo, a Padova, con un quarto d’ora di vantaggio.

La superiorità evidente del piemontese Brunero porta l’atleta alla vittoria del Giro, con 12’29” di vantaggio sul compagno Bartolomeo Aymo (pur in presenza della penalizzazione di 25′).

Quello di Aymo è un nome che diventerà famoso nel ciclismo e non solo.

L’eroe dell’Izoard al Tour verrà infatti ricordato addirittura dal grande Hemingway nel celebre “Addio alle Armi”. Il grande scrittore regala nel volume il nome di Bartolomeo Aymo all’autista di ambulanze del comando di Frederic Henry, e nel testo gioca su alcuni accostamenti fra la figura del tenace ciclista piemontese ed i fatti della Grande Guerra, che lo stesso Hemingway aveva seguito proprio in Italia molto vicino alla prima linea italiana. Nel romanzo Aymo si adopera per cercare cibo ai compagni senza mai andare oltre le righe e, in un momento di grande concitazione, tenta di spostare a fatica la propria ambulanza bloccata nel fango.

In quel frangente è un dialogo con il compagno Bonello ad indicarci la scelta non casuale del nome del ciclista. Nel dialogo stesso viene sottolineato l’amore per la bicicletta da parte di Aymo:

“Cristo se avessimo delle biciclette!” disse Bonello.
“Usano molto le biciclette in America?” domandò Aymo.  
“Sì, le usavamo una volta.”
“Qui da noi è una gran cosa” disse.  
“È una gran cosa la bicicletta”.

(Fonte, Addio alle Armi di Ernest Hemingway)

Il protagonista del romanzo cadrà poi fatalmente nei dintorni di Caporetto.

Dopo il 1922 ed i suoi protagonisti si ritorna sul Pian delle Fugazze nel 1934, stavolta nell’ultima tappa della corsa rosa. È l’anno dell’affermazione di Learco Guerra

Il 10 giugno, nella Bassano del Grappa – Milano, si percorrono le stesse salite del 1922 in senso contrario: Pian delle Fugazze, prima, e Sant’Eusebio poi. Una linea sottile pare legare Bassano del Grappa, storico avamposto dei battaglioni alpini nella Grande Guerra e baluardo di difesa inespugnabile, al Pian delle Fugazze ed alle montagne del Pasubio.

Nella tappa vinta dal ligure Giuseppe Olmo, è Luigi Barral a passare in testa alla salita.

Nulla cambia in classifica generale, con Guerra che precede Camusso di soli 51” all’arrivo dell’Arena di Milano.

Nel 1936 il Giro arriva a toccare Pian delle Fugazze il 5 giugno, nella diciottesima tappa da Legnago a Riva del Garda. Passa in testa Severino Canavesi, mentre la tappa è vinta da Olmo.

Lo stesso Olmo sarà secondo nella classifica generale, con un giovane Gino Bartali a conquistare la maglia rosa ed il cuore di tanti tifosi che da quel momento tiferanno per lui.

La storia di Bartali continua al Giro anche nel 1937, mentre nel 1938 il toscano opta per la partecipazione al Tour de France e non vi partecipa.

Via libera allora allo scalatore piemontese Giovanni Valetti che conquista così il primo dei suoi due Giri d’Italia consecutivi (1938 e 1939). Si scala il Pian delle Fugazze il 25 maggio 1938, nella Belluno – Recoaro Terme: ad inizio tappa il Rolle e poi, prima dell’arrivo, l’ascesa alla salita del Pasubio. Passa primo sul GPM lo stesso Valetti, che conquista anche la tappa, colorando ancora di più di rosa la maglia simbolo del primato.

Ritorna Gino Bartali nel 1940, nell’anno in cui, alla Legnano, il toscano stesso e Fausto Coppi, si ritrovano compagni sotto la guida di patron Eberardo Pavesi. E’ un Giro sfortunato quello di Bartali, caduto a causa di un cane sulla Scoffera e costretto ad un ruolo di comprimario per tutta la corsa. Gino in quel Giro si trova ad aiutare Coppi, andato in rosa a Modena dopo un grande attacco sull’Abetone. Bartali scorta sulle montagne dolomitiche il giovane compagno.

Sulla Mauria Fausto rischia addirittura di perdere il Giro per una grave crisi, ed è soltanto il cuore di Bartali a salvarlo dalla crisi. Il giorno dopo il duo della Legnano sbaraglia il campo nella Pieve di Cadore – Ortisei. A Gino la tappa, a Fausto, di fatto, il Giro d’Italia.

Si arriva così l’8 giugno del 1940 alla Trento – Verona, una tappa che sulla carta non può apportare grandi scossoni alla classifica. E’ Bartali a conquistare il GPM di Pian delle Fugazze e l’arrivo all’ombra dell’Arena.

Fausto Coppi conquista il Giro d’Italia il 9 giugno del 1940. Il giorno dopo Mussolini, dal balcone di Palazzo Venezia, porta l’Italia in Guerra.

Dopo il conflitto riparte anche il Giro d’Italia, ma si deve attendere l’edizione del 1950, quella dell’Anno Santo, per rivedere Pian delle Fugazze nel percorso.

Nella Brescia – Vicenza del 1 giugno è il rossocrociato Koblet a transitare primo sulla salita, conquistando anche la tappa. In quell’occasione Koblet (strappandola ad Alfredo Martini) si impossessa anche della maglia rosa che poi porterà fino all’arrivo di Roma.

Nel 1959, nella Verona – Rovereto del 30 maggio a conquistare Pian delle Fugazze è ancora una volta il corridore che poi vincerà la corsa rosa: Charly Gaul se ne va da solo e passa in testa. Il gruppo lo riprende soltanto nella discesa verso Rovereto, dove il belga Rik Van Looy conquista la tappa. Quel Giro si decide poi nel “tappone” di Courmayeur, con Gaul che scardina la resistenza di Jacques Anquetil, in rosa quel giorno.

Dal 1959 al 1971: sempre grande spettacolo sulla salita dolomitica.

Stavolta è Jose’ Manuel Fuente a scollinare per primo nella Salò – Sottomarina Lido, vinta allo sprint da Sercu, in maglia Dreher. Anche in quell’anno, come nel 1959 e nel 1950, il Giro va ad uno straniero. Stavolta è Gosta Pettersson a conquistarlo nella tappa di Falcade, dove il trentino Michelotto va in crisi con la maglia rosa sulle spalle.

Nello stesso anno anche un giovane di belle speranze difende la sua maglia rosa sui tornanti del Pian delle Fugazze: al Giro dilettanti Francesco Moser della Bottegone passa in rosa sul Pasubio e conquista poi il Giro battendo Perletto.

Nel 1972 è invece Silvano Schiavon a scollinare per primo sul Pian delle Fugazze nella Asiago – Arco vinta da Roger de Vlaeminck. Quel giorno, terzultima tappa del Giro, si scala anche il Bondone, prima dell’arrivo in prossimità del Lago di Garda, con Eddy Merckx saldamente al comando già da Catanzaro (giorno della lunghissima fuga con Pettersson sui monti della Sila).

Passano molti anni prima di rivedere il Pian delle Fugazze al Giro: addirittura trentacinque!

Nel 2007 Gilberto Simoni, “enfrant du pays” trentino, attacca nella Treviso – Terme di Comano. Passa primo in vetta, prima della fuga che va a decidere la tappa sul traguardo della località termale.

La tappa viene vinta da Iban Mayo, dopo una giornata che prevede anche la scalata del Passo Ballino, mentre il Giro d’Italia va a Danilo di Luca, su Andy Schleck.

E’ questo l’ultimo atto della storia di Pian delle Fugazze al Giro d’Italia.

GIRO DEL VENETO E GIRO DI PADANIA

Pian delle Fugazze è stata, per alcune edizioni, anche teatro di mitiche sfide al Giro del Veneto.

Da ricordare è sicuramente l’anno magico di Fausto, il 1949, dove il Campionissimo fa tris al Giro del Veneto (già conquistato nel 1941 e nel 1947). Sono anni in cui spesso il Veneto è prova valida per la conquista del campionato italiano (organizzato su tre o addirittura cinque prove).

L’11 settembre 1949 Fausto se ne va sulle pendici del Pian delle Fugazze con Fiorenzo Magni e Alfredo Martini. Mancano oltre 120 chilometri al traguardo, ma Coppi decide di partire da solo, come spesso accade nella sua incredibile carriera. Magni lo avvicina, in discesa, fino ad arrivare meno di un minuto da lui, ma Fausto, accelerando, lo distanzia nuovamente. Coppi vince il Giro del Veneto, con 4’20” su Giulio Bresci e 5’04” su Adolfo Leoni.

Nel 1953, in una giornata nebbiosa, è lo stesso Magni a conquistare Pian delle Fugazze e arrivo a Padova. Coppi e Bartali in quell’occasione scollinano a ben 7′ dal coriaceo corridore toscano.

In altre occasioni il Veneto affronta in sequenza le salite di Passo Vezzena e Pian delle Fugazze, prima della planata verso il Velodromo Monti di Padova.

Da ricordare sono le edizioni del 1958, conquistata da Zamboni o del 1960 da Ronchini.

Dopo qualche anno il Veneto sposta le proprie partenze ed i propri arrivi dalla classica Padova ad Abano, Montegrotto o Pieve di Soligo e del passaggio da Pian delle Fugazze non ci sono più tracce.

Nel 2011, nel Giro di Padania, il Pian delle Fugazze viene scalato nella tappa da Rovereto a Montecchio Maggiore. Una serie di contestazioni crea qualche problema organizzativo nella frazione vinta da Guardini su Viviani. Luca Mazzanti è addirittura protagonista sfortunato di una caduta in discesa causata dalle intemperanze degli spettatori. L’edizione della corsa se la aggiudica Ivan Basso, in maglia Liquigas, mentre la maglia degli scalatori va a Simone Campagnaro della D’Angelo & Antenucci.

PASSAGGI SU PIAN DELLE FUGAZZE E RELATIVI VINCITORI DEL GIRO DEL VENETO

1949 (11 settembre, 4a prova campionato italiano professionisti) si percorrono Pian delle Fugazze e Passo Xon.

GPM Pian delle Fugazze: Fausto Coppi (Bianchi), vincitore: Fausto Coppi (Bianchi)

1953 (13 settembre, 4a prova campionato italiano professionisti) si percorrono Asiago, Passo Vezzena, Croce di Sommo e Pian delle Fugazze.

GPM Pian delle Fugazze: Primo Volpi (Arbos), con Magni, Maggini e Zuliani, vincitore: Fiorenzo Magni (Ganna)

1954 (19 settembre) si percorrono Asiago, Passo Vezzena, Croce di Sommo e Pian delle Fugazze.

GPM Pian delle Fugazze: Walter Serena  (Bottecchia), vincitore: Luciano Maggini (Atala)

1955 (13 settembre) si percorrono Asiago, Passo Vezzena, Croce di Sommo e Pian delle Fugazze.

GPM Pian delle Fugazze: Adolfo Grosso (Atala Pirelli), vincitore: Adolfo Grosso (Atala)

1956 (1 luglio, 2a prova campionato italiano professionisti) si percorrono Asiago, Passo Vezzena, Croce di Sommo e Pian delle Fugazze.

GPM Pian delle Fugazze: Nino Defilippis (Bianchi) con Guido Boni, vincitore: Giorgio Albani (Legnano)

1957 (22 settembre) si percorrono Asiago, Passo Vezzena, Croce di Sommo e Pian delle Fugazze.

GPM Pian delle Fugazze: Bruno Monti (Atala), Angelo Conterno (Bianchi) e Germano Barale (San Pellegrino), vincitore: Angelo Conterno (Bianchi)

1958 (7 settembre, 4a prova campionato italiano professionisti) si percorrono Asiago, Passo Vezzena, Croce di Sommo e Pian delle Fugazze.

GPM Pian delle Fugazze: Peppino Dante (Asborno), vincitore: Adriano Zamboni (Torpado)

1961 (17 settembre, 7a prova di qualificazione alla prova unica di camp. italiano professionisti) si percorrono Croce di Sommo, Pian delle Fugazze, Monti Berici.

GPM Pian delle Fugazze: Federico Martin Bahamontes (Vov), vincitore: Nino Defilippis (Carpano)

1962 (16 settembre) si percorrono Croce di Sommo, Pian delle Fugazze, Monte Berico, San Gottardo e Teolo.

GPM Pian delle Fugazze: Angelo Conterno (Carpano), vincitore: Angelino Soler (Ghigi)

1963 (15 settembre) si percorrono Croce di Sommo, Pian delle Fugazze, Monte Berico, San Gottardo e Teolo.

GPM Pian delle Fugazze: Franco Balmamion (Carpano), vincitore: Italo Zilioli (Carpano)

1964 (19 settembre) si percorrono Croce di Sommo, Pian delle Fugazze, Monte Berico, San Gottardo e Teolo.

GPM Pian delle Fugazze: Angelo Conterno (Carpano), vincitore: Italo Zilioli (Carpano)

1965 (25 settembre) si percorrono Croce di Sommo, Pian delle Fugazze, Monte Berico, San Gottardo e Teolo.

GPM Pian delle Fugazze: Gianni Motta (Molteni), vincitore: Michele Dancelli (Molteni)

1966 (24 settembre) si percorrono Croce di Sommo, Pian delle Fugazze, Monte Berico, San Gottardo e Teolo.

GPM Pian delle Fugazze: Guerrino Tosello (Molteni), vincitore: Michele Dancelli (Molteni)

1967 (23 settembre) si percorrono Pian delle Fugazze, Croce di Sommo, Monte Berico e Castelnuovo.

GPM Pian delle Fugazze: probabile scollinamento di un gruppetto con Graziano Battistini, Emilio Casalini, Tommaso De Pra’, Ercole Gualazzini, Lauro Grazioli, Franco Chiappano, vincitore: Luciano Galbo (Max Meyer)

1970 (21 giugno, campionato italiano) si percorrono Croce di Sommo, Pian delle Fugazze, Monte Berico, San Gottardo e Teolo.

GPM Pian delle Fugazze: Italo Zilioli (Faemino) e Primo Mori (Salvarani), vincitore: Franco Bitossi (Filotex)

1971 (2 ottobre) si percorrono Croce di Sommo, Pian delle Fugazze, Monte Berico, San Gottardo e Teolo.

GPM Pian delle Fugazze: Oliviero Morotti (Dreher), Wilmo Francioni (Ferretti), Vittorio Cumino (Filotex)vincitore: Giancarlo Polidori (SCIC)

PIAN DELLE FUGAZZE AL GIRO D’ITALIA UNDER 23 ENEL 2018

Deve arrivare il 2018 per rivedere il rosa sul Pian delle Fugazze.

Stavolta è merito della Nuova Placci di Marco Selleri se la salita trentina ritorna a far parlare di sè.

Stephen Williams conquista la Schio – Pian delle Fugazze, di 134 km, precedendo il russo Aleksandr Vlasov (a 26”) e un gruppetto con Barta, Almeida, la maglia rosa Mark Donovan e Robert Stannard (a 28”).

In classifica è il britannico Donovan a consolidare il primato.

Un primato però momentaneo, perso a favore del russo Vlasov, nella cronometro ad inseguimento di Ca’ del Poggio, disputata nell’ultima frazione.

MILESTONES

Giro d’Italia

1922 24 Maggio: Stage 1, Milano – Padova Vincitore: (Giovanni Brunero pen. 25’) Gaetano Belloni

Giro d’Italia

1934 10 Giugno: Stage 17, Bassano del Grappa – Milano Vincitore: Giuseppe Olmo

Giro d’Italia

1936 5 Giugno: Stage 18, Bassano del Grappa – Milano Vincitore: Gino Bartali

Giro d’Italia

1938 25 Maggio: Stage 17, Belluno – Recoaro Terme Vincitore: Giovanni Valetti

Giro d’Italia

1940 8 Giugno: Stage 19, Trento – Verona Vincitore: Gino Bartali

Giro del Veneto (4a prova campionato italiano professionisti)

1949 11 Settembre Vincitore GPM: Fausto Coppi

Giro d’Italia

1950 1 Giugno: Stage 8, Brescia – Vicenza Vincitore: Hugo Koblet

Giro del Veneto (4a prova campionato italiano professionisti)

1953 13 Settembre Vincitore GPM: Primo Volpi , con Magni, Maggini e Zuliani  Vincitore: Fiorenzo Magni

Giro del Veneto

1954 19 Settembre, Vincitore GPM: Walter Serena, Vincitore: Luciano Maggini

Giro del Veneto

1955 13 Settembre, Vincitore GPM: Adolfo Grosso, Vincitore: Adolfo Grosso

Giro del Veneto (2a prova campionato italiano professionisti)

1956 1 Luglio, Vincitore GPM: Nino Defilippis con Guido Boni, Vincitore: Giorgio Albani

Giro del Veneto

1957 22 settembre, Vincitore GPM: Bruno Monti, Angelo Conterno e Germano Barale, Vincitore: Angelo Conterno

Giro del Veneto (4a prova campionato italiano professionisti)

1958 7 Settembre, Vincitore GPM: Peppino Dante, Vincitore: Adriano Zamboni

Giro d’Italia

1959 30 Maggio: Stage 8, Verona – Rovereto Vincitore: Rik van Looy

Giro del Veneto

1960 4 Settembre Vincitore: Diego Ronchini

Giro del Veneto (7a prova di qualificazione alla prova unica di camp. italiano professionisti)

1961 17 settembre, Vincitore GPM: Federico Martin Bahamontes, Vincitore: Nino Defilippis

Giro del Veneto

1962 16 settembre Vincitore GPM: Angelo Conterno, Vincitore: Angelino Soler (Ghigi)

Giro del Veneto

1963 15 settembre, Vincitore GPM: Franco Balmamion, Vincitore: Italo Zilioli (Carpano)

Giro del Veneto

1964 19 settembre, Vincitore GPM: Angelo Conterno, Vincitore: Italo Zilioli

Giro del Veneto

1965 25 settembre, Vincitore GPM: Gianni Motta, Vincitore: Michele Dancelli

Giro del Veneto

1966 24 settembre, Vincitore GPM: Guerrino Tosello, Vincitore: Michele Dancelli

Giro del Veneto

1967 23 settembre Vincitore GPM: probabile scollinamento di un gruppetto con Graziano Battistini, Emilio Casalini, Tommaso De Pra’, Ercole Gualazzini, Lauro Grazioli, Franco Chiappano. Vincitore: Luciano Galbo

Giro del Veneto (Campionato Italiano)

1970 21 giugno, Vincitore: Italo Zilioli e Primo Mori, Vincitore: Franco Bitossi

Giro d’Italia

1971 3 Giugno: Stage 13, Salò – Chioggia Sottomarina Lido Vincitore: Patrick Sercu

Giro del Veneto

1971 2 ottobre, Vincitore GPM: Oliviero Morotti, Wilmo Francioni, Vittorio Cumino Vincitore: Giancarlo Polidori

Giro d’Italia

1972 10 Giugno: Stage 19A, Asiago – Arco Vincitore: Roger de Vlaeminck

Giro d’Italia

2007 1 Giugno: Stage 19, Treviso – Comano Terme Vincitore: Iban Mayo

Giro di Padania

2011 10 Settembre: Stage 5 Rovereto – Montecchio Maggiore Vincitore: Andrea Guardini

Giro d’Italia U23

2018 14 Giugno: Stage 7, Schio – Pian delle Fugazze Vincitore: Stephen Williams

Altimetria

Planimetria

Foto Gallery

Schio_ Pian delle Fugazze atleti del Giro d’Italia Giovani
Pian delle fugazze immagini di gara
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Schio_ Pian delle Fugazze la salita
Pian delle Fugazze raccontato da Davide Cassani
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