Marostica – Salita della Rosina

Tipologia: asfalto - Difficoltà: cicloturistici

ROSINA, UN NOME, TANTE STORIE

A sud, da Valle San Floriano, Marostica.

A est, da Contrada San Michele, Bassano del Grappa.

A nord lo sguardo è sul Grappa, montagna tricolore per eccellenza, sulle cui pendici i militari italiani combatterono strenuamente nella Prima Guerra Mondiale. Erano quelli gli stessi militari che, già nel 1917, erano solito fermarsi su una dolce collina veneta ancora sconosciuta, sostenuti nel fisico e nel morale dalla grande ospitalità di una donna chiamata Rosina.

E’ lei alla base di tutto, ed è a lei ed ai suoi parenti, se oggi il popolo del ciclismo ha costruito un altro santuario della sua storia centenaria.

Da stanza ad osteria e luogo di pernottamento per militari in marcia verso il fronte, fino a diventare ristorante, albergo e luogo d’eccellenza per eventi e weekend rilassanti.

Tutto questo è semplicemente Rosina, o “La Rosina”, come la chiamano ormai tutti per identificarla, sia come attività commerciale che come salita e località geografica.

La famiglia Lunardon qui ha nidificato ed ha gettato anima e corpo in un progetto che, nel tempo, è diventato un fiore all’occhiello della regione del Veneto.

Rosina è per amatori, giovani corridori e professionisti il centro del mondo, posta in un luogo in cui tanti campioni si sono fatti strada nel mondo delle due ruote.

Rosina è Giro d’Italia, Giro Rosa, Giro Under 23 Enel.

Rosina è anche Giro del Veneto e Trittico Sanson, quella famosa rassegna di corse tutte italiane che serviva, negli anni Novanta a preparare il Mondiale. Tutti hanno scalato almeno una volta la Rosina. Tanti hanno visitato la sua chiesetta – santuario, progettata da Paolo Brentel ed inaugurata nel 2006.

E’ una chiesetta particolare per gli amanti delle due ruote: è la Madonna del Ciclista. Al suo interno dediche, foto, cimeli, maglie, un altare, tanti ricordi, uno su tutti quello dell’impresa di quattro ragazzi vincitori tra i dilettanti del Mondiale siciliano del 1994: Dario Andriotto, Luca Colombo, Gianfranco Contri e Cristian Salvato.

E poi c’è lei, la Madonna del Ciclista, splendida opera dello scultore Luigi Carron e facilmente connotabile per i chiari rimandi al mondo delle corse ed agli atleti.

E’ anche e soprattutto grazie a Gaetano Lunardon, nipote della signora Rosina e da sempre residente quassù, se oggi il ciclismo, quello dei prof., è approdato in questa perla del Veneto. Lo ha fatto per la sua passione per il ciclismo e per l’aiuto concesso da Raffaele Carlesso, allora Presidente della Fci e dall’avvocato Carmine Castellano. Lo ha fatto per ringraziare i gruppi sportivi che da sempre hanno messo su piccole biciclettine i loro atleti: dal Veloce Club Bassano, organizzatore del Mondiale su pista di Bassano e di quello su strada del Montello nel 1985, al Velo Junior Nove ed al Veloce Club Schio. Società che spesso nel tempo organizzavano le loro piccole gare passando dalla bella salita della Rosina. Lo ha fatto anche per non dimenticare la Campagnolo di Vicenza, ed il suo fondatore, il Cavalier Tullio, che un centinaio di chilometri più a nord, a Croce d’Aune, ebbe l’intuizione di inventare il cambio posteriore.

Il legame dei Lunardon col mondo del ciclismo inizia alla fine degli anni Ottanta.

Il primo passaggio dalla Rosina (con un circuito da affrontare prima di Roccolo e Castelnuovo) avviene nel 1987, durante Giro del Veneto vinto da Gerhard Zadrobilek.

Identico percorso per il Veneto anche nel 1989, con vittoria del velocissimo Roberto Pagnin.

Nello stesso 1989 si registra il passaggio dalla Rosina anche durante la terza prova del Trittico Premondiale a Marostica. La vittoria va quel giorno a Gianni Bugno, futuro vincitore del Giro d’Italia e della Milano – Sanremo.

Nel 1990, la Rosina è stata teatro di un passaggio del Giro del Veneto (valido anche come 3a prova del G.P.Sanson), vinto da Massimo Ghirotto.

Lo stesso Giro del Veneto spesso ha visto il suo arrivo nella cornice padovana di Prato della Valle, ma nel 2012, per una sola edizione, è costretto ad “espatriare” ad Imola (nell’ultimo anno della sua storia) per la collaborazione organizzativa della Us Imolese e con la Coppa Placci (vittoria di Oscar Gatto).

Anche nel 1992, sempre a Marostica, va in scena un passaggio della Premondiale dalla Rosina. È  il 1 settembre e dopo una grande battaglia può alzare le braccia Lance Armstrong, futuro iridato, nel 1993, ad Oslo. Secondo è un giovanissimo Davide Rebellin.

Si arriva alla prima volta della Rosina al Giro d’Italia. In testa, nella Imola – Bassano della corsa rosa del 1992, passa Giorgio Fulran, raggiunto poi dall’avanguardia della corsa in discesa. Dopo la caduta di Pagnin è Endrio Leoni a bruciare allo sprint la maglia ciclamino di Mario Cipollini.

Ennesimo passaggio nel 1993, durante la Dozza – Asiago. In rosa Bruno Leali. La Rosina, prima rampa della salita che porta ad Asiago, non è nemmeno contrassegnata come GPM in quell’occasione. La corsa comunque si infiamma grazie al solito duo Chioccioli – Chiappucci che tentano, invano, di staccare Indurain. Ad Asiago vince la tappa il finisseur Dimitri Konishev.

Circuito da ripetere due volte nella Marostica – Marostica del 1994. Su uno dei due passaggi è fissato anche il GPM di giornata: se lo aggiudica lo svizzero Pascal Richard, che l’anno successivo, fra Rovereto e Pontechianale (nella tappa accorciata per le slavine sull’Agnello), sarà protagonista di due grandi prestazioni. Richard corre quell’anno per la maglia verde di miglior scalatore e riuscirà nell’impresa di portarla fino a Milano, difendendola da Coppolillo e da un Pantani scatenato sulle salite che contano. Vince la tappa l’uzbeko Abdujaparov in maglia Polti, con Berzin sempre saldamente in rosa.

Il 1996 è l’anno della crono di 62 chilometri da Vicenza a Marostica, in attesa delle grandi montagne. La frazione contro il tempo è resa ancora più impegnativa dal passaggio sulla Rosina. Si impone Berzin, alla media di 50,282 km/h battendo per un solo secondo Olano e per 46” su Gontchenkov della Roslotto del manager Moreno Argentin. In rosa resta Pavel Tonkov.

Passano sette lunghi e nel 2003 Marostica torna protagonista con ben 3 passaggi sulla salita. Si arriva da Pordenone ed uno dei tre scollinamenti è anche GPM di giornata. Lo vince Freddy Gonzalez, altro prodotto di casa – Savio. Nella cittadina di Piazza degli Scacchi si impone Alessandro Petacchi su Daniele Bennati ed addirittura Stefano Garzelli. In rosa resta Gilberto Simoni, lanciato alla conquista del Giro.

Il 2005 vede Marostica come partenza del Giro e, di riflesso, il passaggio nei primi chilometri di corsa sulla Rosina. Si va verso Zoldo Alto, nome della località posta nei primi chilometri dell’ascesa della Staulanza. Si parte con in rosa Danilo Di Luca, ma l’abruzzese dovrà cedere il simbolo del primato ad Ivan Basso, autore di un grande attacco insieme a Paolo Savoldelli sulla salita del Passo Duran, affrontata dal versante di Agordo. La tappa verrà conquistata dal “falco di Rovetta” Savoldelli, che quell’anno conquisterà il Giro in maglia Discovery.

Il 2009 è la volta della Padova – San Martino di Castrozza. E’ un Giro che, arrivando a Roma, deve forzatamente affrontare le Dolomiti nella prima parte della corsa per poi decidersi sulle dure pendici del marchigiano Monte Petrano, prima, e della cima campana del Vesuvio, poi. E’ l’anno della partecipazione di Armstrong, ritornato al ciclismo pedalato dopo una pausa di un paio d’anni.

In rosa è Petacchi, che perderà a San Martino la sua maglia a beneficio dello svedese Lofkvist. La tappa viene vinta da Di Luca, ma poi assegnata a Garzelli per i guai con l’antidoping dell’abruzzese. Il russo Menchov, in Via dei Fori Imperiali, alzerà il Trofeo riservato al vincitore del Giro.

Negli ultimi anni anche il Giro Rosa omaggia la Rosina le zone di Marostica.

Nel 2018 è in programma la Fara Vicentino – Breganze, vinta da Marianne Vos su Longo Borghini e Brand. Stesso copione anche nel 2019 con la solita Marianne Voss stavolta sulla campionessa del mondo Van der Breggen e sulla sempre presente Elisa Longo Borghini. Non cambia la maglia rosa, sempre la fenomenale Annemiek Van Vleuten, nei due anni consecutivi di passaggio sulla Rosina.

Da ricordare, in questo rapido excursus, la figura del grande Alfredo Martini, al quale nel 2015 fu dedicato un monumento proprio sulla Rosina. Uomo dalle grandi doti sia umane che relazionali, uomo di straordinarie capacità tattiche, dimostrate in una vita lunghissima alla guida della Nazionale italiana.

Prima di concludere è obbligatorio sottolineare come, fra i tanti atleti di Marostica, ve ne siano due che, grazie alle loro imprese, hanno fatto conoscere il nome della cittadina veneta in giro per il mondo. Il primo è sicuramente Giovanni Battaglin, vincitore di Giro e Vuelta 1981 e sfortunato protagonista di un arrivo molto discusso (con caduta) al Mondiale di Valkenburg 1979 vinto poi da Jan Raas. Tanti allori per il vicentino (conquistatore anche del Giro d’Italia dilettanti nel 1972), dal Lazio, all’Appennino, da ben due edizioni della Coppa Placci a tappe al Giro, al Tour ed alla Vuelta. Battaglin conquista anche la maglia a pois alla Grand Boucle del 1979.

Carriera infinita per Tatiana Guderzo, ancora in gruppo in questo difficile inizio di 2020 e tesserata con il Team Alè. Tatiana balza agli onori della cronaca nel 2002 col secondo posto a Zolder nella crono mondiale Junior. E’ seconda a Verona, nel 2004, nella prova iridata Elite e poi nel 2009 a Mendrisio, con un grande attacco, conquista la maglia coi colori dell’arcobaleno. In mezzo tante vittorie ed altrettanti piazzamenti, fra Europei, Mondiali e campionati italiani. E’ terza anche ai Mondiali di Innnsbruck nel 2018 e, in pista, nell’inseguimento del Mondiale a squadre di Appeldoorn dello stesso anno. Ottiene anche la soddisfazione del bronzo olimpico, nel 2008 a Pechino. Sono finora cinque le maglie tricolori conquistate da Tatiana, tutte a cronometro.

Nati a Marostica sono fra gli altri anche Gianni Faresin, campione italiano con la maglia della Mapei e oggi direttore sportivo dello storico Team Zalf Fior ed Alfredo Dinale, stradista e pistard, vincitore dell’oro olimpico a Parigi nel 1924 nella specialità dell’inseguimento a squadre (con De Martini, Menegazzi e Zucchetti).

MILESTONE

Giro del Veneto

1987 29 Agosto, Padova – Padova Vincitore: Gerhard Zadrobilek

Giro del Veneto

1989 2 Settembre Padova – Padova  Vincitore: Roberto Pagnin

Trittico Premondiale

1989 3^ Prova Marostica Vincitore: Gianni Bugno

Giro del Veneto

1990 23 agosto, Conegliano – Marostica Vincitore: Massimo Ghirotto

Giro d’Italia

1992 4 Giugno: Stage 12, Imola – Bassano del Grappa Vincitore: Endrio Leoni

Giro d’Italia

1993 3 Giugno: Stage 12, Dozza – Asiago Vincitore: Dimitri Konishev

Giro d’Italia

1994 31 Maggio: Stage 10, Marostica – Marostica Vincitore: Djamolidine Abdoujaparov

Giro d’Italia

1996 6 Giugno: Stage 19, Vicenza – Marostica Vincitore: Evgeni Berzin

Giro d’Italia

2003 23 Maggio: Stage 13, Pordenone – Marostica Vincitore: Alessandro Petacchi

Giro d’Italia

2005 19 Maggio: Stage 11, Marostica-Zoldo Alto Vincitore: Paolo Savoldelli

Giro d’Italia

2009 12 Maggio: Stage 4, Padova – San Martino di Castrozza Vincitore: (Danilo Di Luca squalificato) Stefano Garzelli

Giro del Veneto – Coppa Placci

2012 25 Agosto, Abano Terme – Imola Vincitore: Oscar Gatto

Giro Rosa

2018 13 Luglio: Stage 8, San Giorgio di Perlena – Breganze Vincitore: Marianne Vos

Giro Rosa

2019 11 luglio: Stage 7, Cornedo Vicentino – San Giorgio di Perlena/Fara Vicentino Vincitore: Marianne Vos

Giro d’Italia Giovani Under 23

2020 2 agosto: Stage 5, Marostica – Rosà, Vincitore: Jonathan Milan

Marostica-Salita-della-Rosina
Marostica – Marostica La salita della Rosina

Altimetria

Planimetria

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